lunedì 7 aprile 2008

DOVE NASCE LA MIA PASSIONE

La mia passione nasce circa all’età di 12 anni.. in un Luna Park in una giornata di maggio, ad una giostra di animali......, ho provato a giocare e ho vinto.. non la solita anatra ma un uccellino. Un passero del Giappone.. Lo portai a casa e lo riposi in una gabbietta cercando subito di trovare una compagna\o perché ancora non sapevo se era maschio o femmina…Entra in un negozio e ne acquistai uno, dopo poco tempo la fortuna mi aveva assistito, avevo una coppia!!!! E con immensa gioia avevo scoperto che avevano deposto alcune uova nel nido… il tempo passava e la coppia covava assiduamente quando un giorno…3 piccoli pullu di passero erano nati, tutti rosa e minuscoli… I genitori portarono avanti la covata e dopo 30 giorni i piccoli mangiavano già da soli..
Ma ora di questi passeri non sapevo che farne così decisi di riportali al negozio, scambiandoli con alcuni canarini..Da li a poco nacquero 4 coppie di canarini in casa..Allora pensai che forse erano troppa da tenere in casa, così organizzo il tutto in garage e li ogni anno il numero aumentava fino a diventare 10 coppie.. poi la svolta nel 2002 acquistando una casa in montagna....., li ho trovato lo spazio ideale.. una mansarda con 2 abbaini e una finestra.....! e da li in poi iscritto alla FOI dove tuttora faccio parte del consiglio della mia associazione AOP.. Ora dispongo di circa 30 coppie di canarino.. Allevo soprattutto Nero Rosso intenso- Rosso mosaico-Fife Fancy - Isabella e Agtata a fattore giallo.. !

Nel 2007 grande svolta la mia prima mostra all’Internazionale di Cesena con la classificazione del 1° e 2° con Fife Fancy Inteso accumulando cosi 92 punti .


"MOSTRA INTERNAZIONALE DELL'EMILIA ROMAGNA

CESENA 2007"





ALLEVATORE : FABRIZIO VIAPPIANI

CANARINO ROSSO

Il Canarino rosso, è stato ottenuto attraverso l’ibridazione con il Cardinalino del Venezuela. Questa varietà, pertanto, non è il frutto di una mutazione che ha trasformato il giallo in rosso, ma è dovuto alla diversa capacità del Canarino, acquisita dal Cardinalino, di sintetizzare i caroteni in rosso anziché in giallo. I due colori pertanto, a livello genetico, sono da considerarsi paritetici e nello stesso tempo alternativi. L’estrinsecazione del rosso comunque è subordinata, per ottenere al meglio la tonalità, alla somministrazione di colo- ranti sintetici durante la muta, mescolati negli alimenti o nell’acqua da bere. I coloranti più usati sono : il betacarotene, il carofil rosso e cantaxantina, che ogni allevatore impiega con dosaggi e rap- porti diversi secondo le proprie espe- rienze e abitudini ed anche a seconda della varietà del canarino da colorare. Un buon canarino rosso deve presen- tare una purezza di colore senza tendere all’arancio o al violaceo. Importante ovviamente è l’uniformità del colore senza pezzature ipo o iper colorate, unitamente ad una brillantezza del colore stesso.
Bisogna prestare attenzione alle timoniere ed alle remiganti (coda ed ali ) , che non siano di diverso colore: alcune bianche, perché tali dalla nascita, altre rosse perché cadute accidentalmente e coloratesi per effetto del colorante somministrato durante la muta. Ogni allevatore deve decidere se colorare dalla nascita, evitando l’increscioso problema della colorazione delle timoniere e delle remiganti, oppure iniziare la colorazione 35/40 giorni e permettere che esse rimangono chiare, facendo però attenzione che nessuna di esse cada; da tenere presente che i canarini a timoniere e remiganti bianche, a parità di punteggio, sono da preferirsi a quelli con le medesime colorate. L’ultima tendenza comunque è quella di colorare i piccoli già dal nido. Naturalmente la colorazione dalla nascita è possibile solo per le categorie dei brinati e degli intensi e non per i mosaici dai quali si pretende che le timoniere e le remiganti siano chiare, altrimenti incorrono in forti penalizzazioni .

LA NASCITA DI UNA NUOVA VITA


Per la nidificazione dei canarini bisogna osservare certe regole e adottare determinati accorgimenti. Occorre, anzitutto, assortire la coppia. Per quanto riguarda la natura del piumaggio, ricordare che bisogna unire soggetti a piumaggio intenso e soggetti a piumaggio brinato. In linea generale e' preferito che sia la femmina ad avere piumaggio brinato. Una volta accoppiati i due volatili bisogna favorire il processo di familiarizzazione, ed e' buon metodo farli svernare da soli nella medesima gabbia, in modo che abbiano modo di abituarsi uno a l'altro prima degli accoppiamenti. L'inizio delle cove deve avvenire alla fine di Marzo meglio ancora entro Aprile o Maggio. Vi sono allevatori che utilizzano un mashio per piu' femmine. Si puo' dire che di norma conviene lasciare uniti maschio e femmina in modo che portino insieme a conclusione il ciclo riproduttivo, cosi' come si verifica in natura. Alla gabbia da cova si puo' applicare il porta nido esterno a gabbietta fin dall'immissione della coppia, ma non si deve fornire il materiale destinato all'imbottitura del nido fino a quando la canarina non mostri per chiari segni di volerne iniziare la preparazione. Vi sono canarine che dimostrano di non essere all'altezza di costruire il nido in tal caso l'allevatore deve aiutarla. Puo' succeder che la femmina inetta distrugga l'opera dell'allevatore disperdendo il materiale; in tal caso si deve ripeter l'operazione fino a quando non avra' inizio la deposizione delle uova, perche' a partire da questo momento la canarina pensera' soltanto a covare e non danneggera' piu' il nido. Il numero delle uova depositate varia di regola da 3 a 5, piu' raramente 2 o 6 o 7; in casi eccezzionali possono venir deposte 8 o 9 uova. L'uovo espulso per primo ha una colorazione piu' chiara degli altri e viene chiamato "uovo azzurro". Le femmine tendono a dare inizio alla cova dopo aver deposto il secondo o il terzo uovo, il che rende opportuno, togliere le uova a mano a mano che vengano deposte, sostituendole con uova finte onde evitare una schiusa sfalsata con il rischio che gli ultimi nati vengano sopraffatti dai fratelli al momento dell'imbeccata. Le vere uova devono essere conservate entro una scatoletta imbottita di ovatta e rivoltate ogni giorno per evitare che il tuorlo si decentri rendendo piu' difficile la futura schiusa. L'incubazione dura tredici giorni, ma puo' prolungarsi fino a quattorddici quindici giorni se la femmina non e' stata covatrice assidua o se la temperatura ambientale e' stata particolarmente bassa. Durante la cova deve essere consentito alla canarina di effettuare il bagno perche' cio' serve a mantenere nel nido il grado di umidita' che e' necessario per la schiusa. Se la canarina rifiuta il bagno e' opportuno, un paio di giorni prima della schiusa delle uova, spruzzare lievemente le uova con acqua tiepida. Si tenga presente che le canarine sentono il bisogno d' una certa penombra; il portanido va quindi schermato mediante un panno verde che ricordi il protettivo schermo della vegetazione. Verso il sesto settimo giorno di icubazione, ponendo le uova contro luce e' possibile accertare se l'embrione e' in fase di sviluppo perche' l'uovo fecondato appare in trasparenza scuro mentre quello infecondo e' chiaro. I canarini nascono pressocche' nudi, con gli occhi chiusi. La loro alimentazione sara' costituita dal pastoncino all'uovo con cui verranno imbaccati i genitori. Per evitare che i genitori non accettino il nuovo alimento, piccole dosi di pastoncino devono essere somministrate ai riproduttori due o tre volte la settimana fin da un mese prima dell'accoppiamento. Il pastoncino all'uovo serve anche a mantenere i rirpoduttori in buone condizioni fisiche e in perfetta forma. Verso il diciottesimo giorno di vita il giovane canarino e' completamente formato, pur distinguendosi chiaramente dagli adulti. Anche dopo usciti dal nido i piccoli continuano ad ever bisogno dell'imbeccata dei genitori, di regola fino ai venticinque giorni di eta', con una certa differenza in piu' o in meno per le razze tardive o precoci. Quasi sempre possono venir separati dai genitori verso il ventiseiesimo - ventottesimo giorno di vita. La femmina raramente completa lo svezzamento della nidiata prima di essere presa dallo stimolo di una nuova nidificazione che insorge verso il diciottesimo - ventesimo giorno dalla schiusa della prima covata. La prole continuera' ad essere svezzata dal maschio fin quando non sara' indipendente. Qualora accada che la madre spiumi la prole, e' necessario dividere in due la gabbia da cova mediante un divisorio a sbarre che tenga i figli da una parte e i genitori dall'altra. Davanti al divisorio si porranno due posatoi sistemati in modo da consenstire i genitori di continuare a imbeccare la prole attraverso le sbarre. Una volta svezzati i nidiacei dovranno essere spostati in una gabbia molto spaziosa che permetta agli stessi di esercitarsi nel volo. E' saggia norma non permettere alla canarina di effettuare piu' di due covate l'anno. Per fronteggiare all'inconveniente di un abbandono di una cova, e' norma precauzionale fare in modo che due o piu' canarine inizino a covare lo stesso giorno.

domenica 6 aprile 2008

L 'ALLEVAMENTO DEL CANARINO

L'allevamento dei canarini viene indicato con il termine di CANARINOCULTURA , è l'insieme di attività poste in essere dall'uomo al fine di allevare e selezionare canarini.il canarino cultore è colui il quale si interessa con passione nel praticare questo hobby non potrebbe definirsi canarinocultore,ma semplice allevatore,commerciante o altro. è inmensa la gioia nel vedere i nostri animali alati mentre si corteggiano, costruiscono il nido, depongono le uova, allevano la prole,cantano,mangiano e si rincorrono gioiosi nelle voliere. per molti la soddisfazione di allevare canarini non si limita alla semplice riproduzione, ma si estende al piacere di mostrare i propri "gioielli" ad altri ovvero di confrontarli con quelli di altri allevatori.
In italia vi è un ente, la federazione ornicoltori italiana,che si occupa , tra l'altro, della tutela delle razze dei canarini, sotto la cui egida sono organizzate delle mostre in cui giudici abilitati scvelgono i migliori canarini.